Biondillo, Gianni TEA, 443 pgs.
C'è grande confusione sotto il cielo di Quarto Oggiaro. I tempi sono propizi per descrivere un altro pannello del polittico, urbano e sociale, che Gianni Biondillo ha iniziato a raccontarci con "Per cosa si uccide". E l'autore lo ha fatto con un libro generoso, colmo di storie e di personaggi: barboni, ex mafiosi, militari, extracomunitari, professori, maestri, pensionate, balordi, motociclisti, criminali, poveracci, e soprattutto lui, l'ispettore Ferraro, impegnato forse in uno dei casi più difficili della sua vita, uno di quelli che si affrontano "con la morte nel cuore". Ferraro indaga, in una Milano febbrile, avida e cordiale insieme, facendo ogni giorno i conti con i suoi malumori, con la sua caotica vita di divorziato, con i pasti serali sempre più indigesti, con l'ennesimo tentativo di prendere una laurea, mentre intorno a lui, e sulla sua pelle, avvengono linciaggi, sparizioni incomprensibili, strani suicidi, assurdi tiri alla fune, ci sono poliziotti che non partono, altri che non dovrebbero tornare, sparatorie, omicidi multipli, dentiere scippate, pestaggi. "Con la morte nel cuore" è il romanzo di una città; un romanzo che trascina, diverte e commuove il lettore, grazie allo sguardo pungente e insieme compassionevole di Biondillo, rivolto agli ultimi, ai derelitti, ai dimenticati.