Nel 1926 il grande scrittore inglese D.H. Lawrence, tormentato dalla tubercolosi, era giunto in Liguria insieme alla moglie Frieda in cerca di un clima favorevole; stabilitosi a Spotorno, non aveva avuto miglioramenti, anzi era caduto in una profonda crisi quando la malattia l'aveva reso impotente. Fu la sua straordinaria capacità percettiva, unita a una bisessualità fino allora nascosta, a offrirgli il mezzo per risvegliare la sua creatività, coinvolgendo Frieda e un giovane locale, Angelo Ravagli, in un gioco morboso, rendendoli amanti e nello stesso tempo attori di una trama ordita da lui: uno stratagemma perverso che risvegliò i sensi dello scrittore attraverso la tortura della gelosia, la frustrazione per i tradimenti subiti e un insaziabile voyeurismo intellettuale. Dopo quasi ottant'anni la prosa di Bevilacqua fa rivivere sulla pagina quella straordinaria storia d'amore e d'eros, ambigua e attualissima, che ispirò il romanzo più scandaloso del Novecento: "L'amante di Lady Chatterley".