Dare un calcio ad una palla può dare il via ad una sequela di emozioni, di momenti di esaltazione di massa oppure può essere il pretesto per una tragedia o per un mistero come accade in Tre atti e due tempi, l’ultimo romanzo firmato Giorgio Faletti. Ci regala ancora un thriller il maestro della suspense all’italiana, reduce dai successi di Io uccido, Niente di vero tranne gli occhi o Io sono Dio. Qui c’è una scrittura del calcio che fa emergere non soltanto la competizione agonistica, ma anche la fantasia del gioco, l’animo dei giocatori e di chi ruota come spettatore o come tifoso attorno ad un campo. Il calcio è ironica metafora della vita e in questo libro scandito dai veri tempi di gioco, da quei 90 minuti che possono trasformarsi in un’agonia o in un brivido di gioia, il futbol (per citare un maestro del campo come Osvaldo Soriano) è anche punto di partenza per raccontare una sparizione, quella del vulcanico allenatore, proprio a pochi minuti dall’inizio di una partita. E’ la domenica in cui si gioca tutto, in cui i giocatori pregano i santi a cui non hanno mai creduto, in cui si attaccano al collo cimeli portafortuna e in cui i tifosi fanno l’amore con le proprie mogli pensando alla palla che rimbalza nel campo. Faletti fotografa un mondo con in suoi riti e con una galleria di personaggi, comici, drammatici, deliziosi o stralunati, ma sempre affascinanti. Proprio citando il Soriano sudamericano, Faletti inserisce, in un microcosmo a parte, elementi esterni, li mescola e crea un mix irresistibile in cui la trama gialla rapisce e confonde fino all’ultima pagina. Perché nel mondo del calcio spesso le bandiere sono solo pretesti dietro cui si nascondono loschi affari e in cui affonda le sue radici la malavita. Così in uno strano climax di eventi e di acque confuse, sparisce il mister. Su di lui tutti sperano: i giocatori, i tifosi, la società e persino i volti sconosciuti che dietro ad un televisore lo prendono a parolacce oppure lo venerano. E allora cosa si cela dietro ad una sparizione così silenziosa? Forse la vendetta di un giocatore escluso, una scommessa o un affare sporco. Tre atti e due misteri sembra rivelarcelo pagina dopo pagina, ma sul più bello Faletti ci confonde e cambia tattica proprio come nelle partite più appassionanti.