12 novembre 2003. Attentato contro gli italiani a Nassirya, diciannove i morti. Tra i feriti c'è un giovane regista italiano, Aureliano Amadei. Nei mesi di ospedale Aureliano ricorda tutto e riflette. Tornato in Italia, continua la sua inchiesta sulla guerra con un amico, Francesco Trento. Amadei e Trento ci trascinano subito in un universo di puro terrore, di fuoco e spari, di voglia di fumare nonostante il piede maciullato. Segue poi, nei lenti mesi successivi, l'analisi della presenza italiana in Iraq nel suo insieme, delle sue contraddizioni esplicite. E prende forma un originale romanzo-reportage, che a un tempo narra e riflette sulla verità.