"Questa singolare vicenda, ignorata anche dai più sagaci investigatori del melodramma e dei suoi protagonisti, non sarebbe mai venuta alla luce se non se ne fosse conservata memoria tra le carte del conte Corrado Malvezzi di Bologna, che la consegnò ad alcuni suoi diari, per altro alquanto lacunosi. Affidatici dalla cortesia di un suo discendente, da essi abbiamo tratto argomento per la storia che segue, alla quale domandiamo di attribuire il credito che generalmente si accorda alle confessioni dei galantuomini. La particolare fonte della presente ricostruzione è a nostro avviso la principale causa di una certa frammentarietà e approssimazione nel racconto. Ce ne scusiamo fin da ora con il benevolo lettore, a cui, siamo certi, piacerà più leggere cosa imperfetta, ma vera, piuttosto che pagine abilmente costruite ma false."