Abate, Carmine
Mondadori, 258 pgs.
Sahra si muove nel mondo con eleganza e
fierezza ed è accesa, sotto il velo, da un sorriso enigmatico, luminoso. È una
giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan nel centro
di seconda accoglienza di un paese in Calabria. Finché un giorno sparisce,
lasciando tutti sgomenti e increduli. A mettersi sulle sue tracce, "come un
investigatore innamorato", è il suo insegnante di italiano, Antonio
Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia segreta e avvincente,
drammatica e attualissima: da un villaggio di orfani alla violenza di
Mogadiscio, dall'inferno del deserto e delle carceri libiche fino
all'accoglienza in Calabria.
Anche quando tutti, amici compresi, sembrano voltargli le
spalle, Antonio continua con una determinazione incrollabile la sua ricerca di
Sahra e di Hassan, il fratello di lei, geologo misteriosamente scomparso.
Dopo aver raccontato l'emigrazione italiana in Europa e
nel mondo, Carmine Abate affronta di petto la drammatica migrazione dall'Africa
verso l'Italia e lo fa con un romanzo corale e potente.
Sahra, la giovane somala che anima il romanzo con la sua
presenza (non meno che con la sua assenza), è un personaggio memorabile,
destinato a rimanere definitivamente nella galleria dei grandi personaggi
letterari femminili.
Con naturalezza e autorevolezza, come accade solo con i
grandi scrittori, Carmine Abate sa portarci nel cuore della Storia dei nostri
giorni, là dove si decide il destino di tutti. E sa coinvolgerci senza artifici
ideologici, moralismi o compiacimenti letterari, restituendoci un sentimento
del mondo che - malgrado tutto - si apre alla meraviglia di esistere