Paasilinna, Arto
"Ulvova mylläri"
Iperborea, 274 pgs.
Se è la mediocrità, la rinuncia ai sogni, l’accettazione di imposizioni e compromessi che tutti i protagonisti di Paasilinna rifuggono, Gunnar Huttunen è l’incarnazione stessa di quella fuga, spinta alle estreme conseguenze. Quando compare nel villaggio sperduto del nord della Lapponia e decide di comprare e rimettere in funzione il vecchio mulino delle Rapide della Foce, i contadini del vicinato ridono di lui, prendendolo per pazzo. Chi mai potrebbe lanciarsi in un progetto tanto assurdo se non un folle? E anche se dovranno arrendersi all’evidenza dell’impresa riuscita, quello stravagante individuo dagli entusiasmi travolgenti, capace di incantare i giovani del paese con i suoi numeri da circo, venuto a turbare gli equilibri della comunità, rivela un difetto che li conforta nella loro diagnosi precoce: nei momenti di tristezza, Gunnar ulula. Sono appunto le notti passate in bianco per i suoi ululati a fornire ai compaesani l’alibi per realizzare quell’unica idea liberatoria che hanno maturato: rinchiudere in manicomio l’imprevedibile disturbatore.
Sotto il ritmo avvincente e lo humour delle avventure, Paasilinna sa far vivere la natura, raccontare un delicato amore, nascondere la sua satira alla reale follia della società, al cinismo, all’ipocrisia, all’indifferenza di cui sono malati i “normali”, e creare degli indimenticabili “puri di cuore” che, forse, salveranno il mondo.