Larsson, Björn
"Den sanna berättalsen om Inga Andersson"
Iperborea, 329 pgs.
Quel che sempre regalano i libri di Björn Larsson è l’autentico piacere della lettura: la gioia di trovarsi davanti a storie avvincenti che sollevano domande coinvolgenti e una costruzione narrativa complessa che unisce il gusto del gioco letterario a una perfetta funzionalità alla trama e ai temi. Thriller tra mare e terra, Il segreto di Inga ha il tipico avvio da romanzo d’avventura: in una notte tempestosa, una donna, aggrappata alla base di un faro per non essere travolta dalle onde che sferzano il molo, lancia per tre volte un grido nelle tenebre. La rivediamo alla fine interrogare ancora l’oceano dal promontorio di Finisterre, mentre, a sua insaputa, due uomini si stanno silenziosamente inerpicando verso di lei: è in pericolo mortale, o all’inizio di una nuova vita? La donna è Inga Andersson, ricercatrice di criminologia nonché trentasettenne ancora bella, la cui esistenza solitaria nasconde un segreto. Ed è questo segreto che la porterà, un po’ per caso e un po’ per necessità, a restare impigliata nella macchina inesorabile della più potente agenzia di spionaggio del mondo, la NSA, e di Echelon, il temutissimo “orecchio” per l’ascolto globale, mentre pian piano vengono a galla i misfatti di “sette” dalla facciata pulita e il cuore sporco come Scientology, di cui sfiderà l’ipocrisia minandone gli ingranaggi. In un campo così coperto dalla “dissimulazione” da riuscire a nascondere ogni prova della propria esistenza è “immaginare il vero” l’unico modo per penetrare, e la letteratura, l’arte menzognera per eccellenza, il solo mezzo per smascherare la verità. Tra colpi di scena, fughe e seduzioni, ricatti e innamoramenti, nel ritmo serrato degli eventi, il rapporto tra realtà e finzione è il perno di tutta l’azione, la suspense e il senso del romanzo. Come in Conrad, la terra è il luogo torbido dell’ambiguità, il mare, costantemente presente, può accogliere le ceneri di un passato che si vuole dimenticare, può offrire una via di scampo verso la libertà, ma resta solo un muto testimone, la sua trasparenza non ha risposte da dare alla complessità del vivere umano.