Morte di un apicultore

9788870910056
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Gustafsson, Lars
Originaltitel: En biodlares död
Iperborea, 186 pgs.

La confusa sensazione di non avere mai vissuto, di essere spettatori di una vita che qualcun altro vive al nostro posto, è una delle costanti della letteratura del nostro tempo. Come per Kundera “la vita è altrove”, allo stesso modo i personaggi di Gustafsson si sentono “al di fuori” di tutto, estranei abitanti di “un universo in cui nessuno è di casa”. In Morte di un apicultore, culmine e conclusione di un ciclo di cinque romanzi dal titolo emblematico di Crepe nel muro, Lars Lennart Westin, quarantenne, maestro in pensione, divorziato, ha trovato nella cura delle api l’attività che gli consente di vivere nella semplicità e nella solitudine che si è elette a sistema, ultimo stadio di una costante fuga dalla vita. Paradossalmente è l’irrompere della malattia e del dolore che lo costringono a invertire la direzione, a riaffrontare se stesso, a ripercorrere in senso inverso la spirale dell’esistenza per scoprire che, in fondo, era felice. La sofferenza, che in un primo tempo cerca di non prendere sul serio come tutto il resto, a poco a poco gli restituisce un corpo e una realtà, gli dà l’esatta misura di se stesso, lo riavvicina agli altri (“Proletari del dolore unitevi!”) e viene a frapporsi come una lente fra i suoi occhi e il mondo, che si tinge del suo colore. Mentre la professione, il matrimonio, i fallimenti sbiadiscono come episodi di un racconto lontano, in primo piano affiorano l’infanzia, i ricordi, le riflessioni, le immagini di una natura che si risveglia miracolosamente alla vita nel momento del disgelo.