Rollo, Alberto
Manni, 317 pgs.
Questa è una ricognizione
autobiografica ed è il racconto della città che l'ha ispirata.
Si entra nella storia dagli anni Cinquanta: l'infanzia nei nuovi quartieri
periferici, con le paterne "lezioni di cultura operaia", le materne
divagazioni sulla magia del lavoro sartoriale, la famiglia comunista e quella
cattolica, le ascendenze lombarde e quelle leccesi, le gite in tram, le gite in
moto, la morte di John F. Kennedy e quella di papa Giovanni, Rocco e i suoi
fratelli, l'oratorio, il cinema, i giochi, le amicizie adolescenziali e i primi
amori fra scali merci e recinti incustoditi. E si procede con lo scatto della
giovinezza, accanto l'amico maestro di vita e di visioni, sullo sfondo le
grandi lotte operaie, la vitalità dei gruppi extraparlamentari, il sognante
melting pot sociale di una generazione che voleva "occhi diversi".
A questa formazione si mescola la percezione dell'oggi, il prosciugamento della
città industriale, i progetti urbanistici per una Grande Milano, le
trasformazioni dello skyline, il trionfo della capitale della moda e degli
archistar.