Gustafsson, Lars
Originaltitel: Mannen på den blå cykeln: drömmar ur en gammal kamera
Iperborea, 204 pgs.
Corre l’anno 1953, il mondo sfreccia verso la modernità mentre Janne Friberg pedala con fatica sulla sua bicicletta blu attraverso strade di campagna deserte, cercando invano di vendere porta a porta un avveniristico quanto pesante robot da cucina Elektrolux. Il tramonto è vicino quando raggiunge un grande maniero bianco: è la sua ultima occasione per concludere almeno un affare, e dare un senso a una giornata che, come la sua vita, è un totale fallimento. Ma nella grande casa bianca niente segue le regole del mondo fuori e tantomeno della logica: la vecchia baronessa che assiste ai preparativi del proprio banchetto funebre, l’antico ritratto sopra il pianoforte in cui Janne riconosce se stesso, e l’anonimo album di vecchie foto che si ritrova in mano. A chi appartiene quell’affascinante serie di scatti? Una bambina con un cane, un capitano che sembra legato all’albero della sua nave come Ulisse, due enigmatiche donne vestite come parole crociate. Come fossero i frammenti di un racconto Janne comincia a ricomporli, scoprendo le innumerevoli combinazioni e le storie che racchiudono. E se facessero in realtà parte della sua vita? Quel complicato cruciverba in cui ciascuno riempie le sue caselle, per scoprire che non esiste un’unica soluzione e non sapremo mai qual è quella giusta. Come una moderna Alice, Janne si addentra in un viaggio oltre lo specchio della realtà: il sogno, la memoria, l’immaginazione, quella dimensione senza regole che è la vita interiore, in cui passato e presente si fondono, il tempo si dissolve e l’identità si disperde in infinite possibilità. È in questo universo borgesiano che Gustafsson si inoltra alla ricerca di quel senso ultimo dell’esistenza che continua a sfuggire, di quel padrone di casa che mai si rivela e che forse è meglio non svegliare, nell’eterno dubbio di non essere anche noi nient’altro che il sogno di un sogno.